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  SETTEMBRE 2025
   
OGNI GIORNO UNA RIFLESSIONE SULLA PAROLA DI DIO, A CURA DI P. TONINO


                                                                                                                                                                                                                                  
LUNEDI' 01 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca 4,16-30
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, 
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù.Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
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 MARTEDI' 02 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca 4,31-37
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
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MERCOLEDI' 03 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca 4,38-44
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
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GIOVEDI' 04 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca, 5,1-11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
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VENERDI' 05 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5,33-39

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
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SABATO 06 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca 6,1-5
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
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DOMENICA 07 SETTEMBRE 2025
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ODINARIO ANNO C
1) Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2) Leggi attentamente il brano del Vangelo Dal Vangelo di Luca: (Lc 14,25-33): “In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».”
3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.
5) Rifletti: Molte persone camminano con Gesù verso Gerusalemme. Gesù non vuole che sia solo un accompagnamento fisico. Molti sono lì, ma i loro pensieri non sono con il pensiero di Gesù. Sognano un Messia potente, che conquisti il potere e lo condivida con loro, o un Messia giudice, che punisca i malvagi e premi i buoni. Gesù chiede loro di condividere il senso del suo viaggio, imparando da lui, il maestro, ad essere discepoli, assumendo il suo progetto di vita. Perciò, “si voltò”, rivolgendosi a coloro che lo seguivano, e chiarisce loro: “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.” Come si fa a mettere Cristo prima del padre e della madre, prima dei figli, prima di se stessi, prima di tutto? Purtroppo, dietro questi interrogativi si nasconde una sottile paura: la paura che Dio diventi concorrente dei nostri affetti, quasi un ostacolo alla vita, quasi una presenza scomoda e schiacciante. Ma questa paura non ha ragioni. Cristo Gesù ci chiede di amare Dio più del padre e della madre, perché solo amando Dio è possibile amare veramente il padre e la madre, lo sposo o la sposa, i figli, la vita. Quanto è facile illudersi di volere bene! Così come è tanto facile illudersi di essere buoni. L'amore possessivo non è vero amore. L'amore cedevole non è vero amore. L'amore senza fedeltà non è vero amore. L'amore senza sacrificio non è vero amore. Per questo Gesù con decisione propone la verità che ci fa liberi. Ed è questa: solo Dio può insegnarci ad amare. Seguire Gesù non può essere frutto di un entusiasmo superficiale e momentaneo. Richiede riflessione e impegno. Gesù lo ricorda con due brevi parabole. “Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine?”. “Calcolare la spesa” per “costruire una torre” significa avere chiara coscienza della grandezza e della difficoltà di realizzare il progetto del regno di Dio, in sé stessi e nella società in cui si vive. Anche il paragone con il re, che “siede prima a esaminare” se ha forza sufficiente per la sua campagna di guerra, illustra efficacemente le esigenze e la responsabilità di coloro che seguono Gesù. Ci sono ostacoli che possono rendere difficile l’adesione del discepolo, come i legami degli affetti, l’aspirazione al potere e la paura della sofferenza, della croce. Ma l’ostacolo più comune è l’attaccamento ai beni: “Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”. Gesù ci dice che chi vuol seguirlo deve riflettere bene, deve capire qual è la condizione per essere suo discepolo. Gesù qui si mostra molto esigente: “Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo”, ci chiede di portare la nostra croce e una rinuncia totale a tutti i propri averi; altrimenti non si può essere suoi discepoli. Una croce fatta di grandi e piccole sofferenze e miserie, ma è proprio l’adesione alla “nostra” croce la via per divenire e rimanere suoi discepoli. La Chiesa, oggi e sempre, è costruita da chi ha il coraggio di affidarsi soltanto a Dio e seguire Gesù con totale abbandono e senza nessun compromesso. Questo non significa che, per essere discepolo di Gesù, ogni cristiano deve vendere tutto quello che ha e darlo ai poveri, ma vuol dire che ogni cristiano ha il dovere di distaccarsi profondamente da ogni cupidigia, da ogni attaccamento alle ricchezze materiali, ai beni di qualsiasi genere. Il cristiano deve mettere veramente Gesù al centro del proprio cuore. Chiediamo al Signore la forza di andare avanti in questa direzione, allora saremo suoi discepoli, e riceveremo da lui tutta la forza del suo amore, che trasformerà la nostra vita, infondendo in essa la pace e la gioia, e quindi la vera felicità. - Che posto occupa Dio nella mia vita? Riesco ad anteporlo ad ogni affetto, ad ogni mio interesse?
6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito. Il legno della Croce, quel "legno del fallimento", è divenuto il parametro vero di ogni vittoria. Gesù ha operato più salvezza con le mani inchiodate sulla Croce, che con le mani stese sui malati. Donaci, Signore, di non sentirci costretti nell’aiutarti a portare la Croce, di aiutarci a vedere anche nelle nostre croci e nella stessa Croce un mezzo per ricambiare il Tuo Amore, aiutaci a capire che la nostra storia crocifissa è già impregnata di resurrezione. Se ci sentiamo sfiniti, Signore, è perché, purtroppo, molti passi li abbiamo consumati sui viottoli nostri e non sui Tuoi, ma proprio i nostri fallimenti possono essere la salvezza della nostra vita. La Pasqua è la festa degli ex delusi della vita, nei cui cuori all'improvviso dilaga la speranza. Cambiare è possibile, per tutti e sempre! Amen. (don Tonino Bello)
7) Impegno: Consegniamo a Gesù la nostra croce, una di quelle che non avremmo mai voluto nella nostra vita, per poterla continuare a portare con gioia.


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LUNEDI' 08 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,1-16.18-23
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.
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MARTEDI' 09 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca 6.12-19

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

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MERCOLEDI' 10 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,20-26

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
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GIOVEDI' 11 SETTEMBRE 2025

Dal Vangelo secondo Luca 6,27-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.
Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

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VENERDI' 12 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,39-42


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
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SABATO 13 SETTEMBRE 2025

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,43-49)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».

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DOMENICA 14 SETTEMBRE 2025

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ODINARIO ANNO

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

1)  Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2)  Leggi attentamente il brano del Vangelo
Dal Vangelo di Giovanni: (Gv 3,13-17): “In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».”
3)
Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.
5) Rifletti: La lettura domenicale del Vangelo di Luca si interrompe in occasione della festa della Esaltazione della Croce, per lasciare spazio ad un brano del Vangelo di Giovanni, una breve sezione del dialogo tra Gesù e Nicodemo, un fariseo, maestro della Legge mosaica e membro del Sinedrio. L'incontro, avvenuto nel cuore della notte, può essere interpretato come il cammino spirituale di chi, dalle tenebre dell'errore, si eleva progressivamente alla luce della fede. Nicodemo si presenta sicuro di sé e compiaciuto della sua preparazione intellettuale; ma al termine del colloquio egli raggiungerà la consapevolezza di dover cambiare mentalità, scomparendo dalla scena e tacendo, per mettersi in ascolto del Figlio di Dio.
L'idea di "esaltare" un patibolo sembra paradossale. Eppure oggi la Chiesa esalta la Croce: non come strumento di tortura e di morte, ma come segno di vita.

Noi cristiani non esaltiamo un pezzo di legno: esaltiamo il Crocifisso, colui che ha dato la vita su quel legno. Senza Cristo, la croce resterebbe solo un patibolo, un pezzo di legno. Con il Cristo invece diventa, come ricordano i Padri della Chiesa, trono di gloria, pulpito di verità, albero di vita.

Per questo la Chiesa parla di "esaltare" la Croce: perché in essa è stato esaltato l'amore. Anche l'etimologia lo conferma: "ex-altare" significa "innalzare in alto". La Croce è innalzata, e chi la guarda viene innalzato con lei.

“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”
. Parole da ripetere senza stancarsi, da incidere nel cuore. È il cuore della fede cristiana: un Dio che ama tutti senza trattenere nulla per sé, disposto non a condannare, ma a salvare ciò che è uscito dalle sue mani. E Dio salva non con la sua onnipotenza, ma nella debolezza e attraverso la croce. Se guardiamo la croce da un punto di vista umano, ritroviamo in essa la crudeltà e la potenza del male, la definiamo strumento di tortura e di morte; ma dal punto di vista di Dio essa è segno di mitezza e di misericordia, dono di sé nell'amore, albero di vita e cattedra da cui impariamo a percorrere la via dell'umiltà e dell'abbassamento.

Sappiamo riconoscere e accettare la nostra croce, quella che quotidianamente ci è dato di portare?

Sappiamo riconoscere le croci del mondo, i peccati che quotidianamente infieriscono nei confronti dei poveri, degli esclusi? Che cosa facciamo concretamente per assumerli e per contribuire a portare le croci di chi ci vive accanto?

 6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito.

"Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo
perché con la tua santa croce hai redento il mondo". Amen!

Impegno: Ogni volta che tracciamo la croce sul nostro corpo, proclamiamo che il mondo che desideriamo non è a misura di noi stessi, ma di Cristo: un mondo a forma di amore, di dono, di fraternità.     

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LUNEDI' 15 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,25-27)
 
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!».
Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!».
E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
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MARTEDI' 16 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 7,11-17

 
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
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MERCOLEDI' 17 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 7,31-35
In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
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GIOVEDI' 18 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,36-50)
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
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VENERDI' 19 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 8,1-3
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
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 SABATO 20 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,4-15) 
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché
vedendo non vedano
e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.
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                            DOMENICA 21 SETTEMBRE 2025              

XXV DOMENICA DEL TEMPO ODINARIO ANNO C

 1)  Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.

2)  Leggi attentamente il brano del Vangelo

 Dal Vangelo di Luca: (Lc 16, 1-13) “In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.  Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
3)
Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.
5) Rifletti: Il Vangelo di questa domenica ci presenta una delle parabole più enigmatiche di Gesù: quella dell'amministratore disonesto. A prima vista sembra un racconto quasi scandaloso: un uomo che sperpera i beni del suo padrone, viene scoperto, e anziché essere condannato, viene addirittura lodato. Ma che cosa vuole insegnarci Gesù attraverso questa pagina?Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.” Questo amministratore viene accusato di aver sperperato i beni del padrone. Non è descritto come un ladro, ma come uno che non fa crescere l'accumulo del ricco. E il padrone decide di cacciarlo. Qui vediamo la logica del denaro: se non servi a far fruttare i beni, sei buttato via. L'amministratore si trova in crisi: non ha la forza di zappare, si vergogna di mendicare.  Ma non si arrende: usa la testa, cerca una via d'uscita. E la trova con scaltrezza. Convoca i debitori e riduce i loro debiti così si assicura la riconoscenza di quelle persone, che un giorno potranno accoglierlo. Il padrone, che pure è stato danneggiato, riconosce l'astuzia di quell'amministratore. A prima vista sembra un elogio della disonestà, invece Gesù non loda la disonestà, ma la lungimiranza del fattore e chiede ai discepoli la stessa accortezza, naturalmente in prospettiva rovesciata, cioè non per i propri interessi, ma al servizio degli altri. L'amministratore disonesto fa una scelta ben chiara: farsi amici i debitori del padrone, aiutarli sperando di essere aiutato da loro. Ed è così che il malfattore diventa benefattore. Ha l'abilità di cambiare il senso del denaro, di rovesciarne il significato: non più mezzo di sfruttamento, ma strumento di comunione. E il padrone lo loda per la sua intelligenza. E qui il Vangelo regala una perla: “fatevi degli amici con la disonesta ricchezza perché, quando essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne”. Fatevi degli amici. Gesù raccomanda, anzi comanda l'amicizia, la eleva a programma di vita, vuole che i suoi siano dei cultori dell'amicizia.

“Non potete servire Dio e la ricchezza.” Se il culto della ricchezza, dare il cuore al denaro, esserne servi anziché servirsene, riempiono completamente il cuore, l’intelligenza e tutta la sfera morale e spirituale dell’uomo, non c’è più alcun posto per Dio.  La ricchezza, il potere non sono questioni di portafoglio ma di cuore, non di quantità, ma di atteggiamento. Gesù non è moralista: il denaro non è sporco, è solo rischioso e il discepolo, il figlio della luce, ne usa senza diventarne schiavo. Ecco allora l'invito che oggi ci raggiunge: non lasciarti schiacciare dal potere del denaro, non restare passivo davanti alle difficoltà. Usa la testa, il cuore e la fede per trasformare ciò che hai in occasione di amore e di comunione. Così, quando la ricchezza verrà meno resteranno gli amici, cioè i fratelli, e soprattutto resterà Dio, l'unico vero Signore che ci accoglie nelle dimore eterne.

- Come mi sento io: "padrone" della mia ricchezza, o solo "amministratore" dei beni che ci ha temporaneamente affidato Dio? La mia felicità dipende dal denaro, o forse dalla gioia dell'amicizia, della fratellanza, della condivisione? Quanto spazio c'è davvero per Dio, nel mio cuore?
6) Prega:
Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito.

Oggi, Gesù, ci metti in guardia dalla tentazione del denaro, dalla seduzione della ricchezza, dall’asservimento alla logica del guadagno, dell’accumulo, ti preghiamo libera la nostra esistenza dalla cupidigia, dall’egoismo, perché si possa aprire totalmente al tuo amore e a quello dei fratelli. Amen!

Impegno: Procuriamoci amici con la disonesta ricchezza.

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LUNEDI' 22 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,36-50)
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
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MARTEDI' 23 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 8,19-2
1
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
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MERCOLEDI' 24 SETTEMBRE 2025

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,1-6

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

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GIOVEDI' 25 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,7-9

 In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
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VENERDI' 26 SETTEMBRE 2025

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,18-22

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo - disse - deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

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SABATO 27 SETTEMBRE 2025
ODal Vangelo secondo Luca (9,43b-45)
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
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DOMENICA 28 SETTEMBRE 2025
1)  Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2)  Leggi attentamente il brano del Vangelo

Dal Vangelo di Luca: (Lc 16,19-31): “In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».”

3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.

5) Rifletti: Il Vangelo di oggi ci offre una pagina impegnativa come occasione per richiamare ancora una volta, come ormai da settimane l’Evangelista Luca ci abitua, a gestire le ricchezze, doni del Signore, con responsabilità. La ricchezza non è dannazione, lo diventa se ci rende ciechi e incapaci di condividere in maniera responsabile. Gesù vuole richiamare i suoi uditori e noi tutti a una fede che sia incarnata nel mondo. Il racconto non intende spiegare nei dettagli il giudizio dopo la morte, ma incentivare nel tempo presente quelle scelte di solidarietà verso i poveri che oggi ci fanno crescere in umanità e domani ci procureranno la consolazione eterna. La condivisione dei beni, come lotta alla povertà, che l'evangelista ha posto a tema dell'intero capitolo 16, assume non solo una coloritura sociale, ma anche religiosa, in quanto determina il nostro destino futuro. La parabola di Gesù porta in scena due personaggi: “C’era un uomo ricco… Un povero, di nome Lazzaro” Nella prima parte della parabola la vita di queste due persone, un ricco senza nome per cui il denaro è diventato l'identità, e il povero Lazzaro, sembra scorrere su binari paralleli ma opposti. Il portone di casa del ricco è sempre chiuso al povero che cerca di mangiare qualche avanzo della mensa del ricco. Questi indossa vesti di lusso, Lazzaro è coperto di piaghe; il ricco ogni giorno banchetta lautamente, mentre Lazzaro muore di fame. Nella seconda parte della parabola, ritroviamo Lazzaro e il ricco dopo la loro morte. La situazione si è rovesciata. Adesso il ricco riconosce Lazzaro e gli chiede aiuto, mentre in vita faceva finta di non vederlo. Prima gli negava pure gli avanzi della sua tavola, e ora vorrebbe che gli portasse da bere. Crede ancora di poter accampare diritti per la sua precedente condizione sociale. La porta che separava in vita il ricco dal povero, si è trasformata in un grande abisso. Finché Lazzaro stava sotto casa sua, per il ricco c'era la possibilità di salvezza, spalancare la porta, aiutare Lazzaro, ma ora che entrambi sono morti, la situazione è diventata irreparabile. Il contrario dell'amore non è l'odio, ma l'indifferenza, per cui l'altro neppure esiste, e Lazzaro è nient'altro che un'ombra fra i cani. La parabola mette chiaramente in guardia: la misericordia di Dio verso di noi è legata alla nostra misericordia verso il prossimo. Se io non spalanco la porta del mio cuore al povero, quella porta rimane chiusa. Anche per Dio. E questo è terribile. Lazzaro rappresenta bene il grido silenzioso dei poveri di tutti i tempi e la contraddizione di un mondo in cui immense ricchezze e risorse sono nelle mani di pochi. Il ricco sarà condannato pertanto non per le sue ricchezze, ma per essere stato incapace di sentire compassione per Lazzaro e di soccorrerlo. Siamo tutti ricchi e poveri, tutti abbiamo bisogno dell'altro. Tutti abbiamo bisogno di costruire comunione con gli altri e con Dio; e le due cose non sono dissociabili. La parabola ci aiuta a fare un sincero esame di coscienza, nella nostra vita personale, di famiglia, nella vita sociale. Oggi più che mai, nei grandi problemi dell'umanità, non posso essere indifferente; forse potrò fare poco, ma tutto quello che mi è possibile, devo e voglio farlo per i poveri della terra: la compassione, la misericordia, la carità, la condivisione, la sensibilità e la conoscenza dei problemi, la preghiera, la conversione del cuore.
-    L'avidità è una passione che si annida in ogni cuore umano. Accumulare, possedere di più, aver fame di beni e di mezzi, vivere con maggiori comodità, non è estraneo a nessun mortale. Esamino il mio modo di vivere, il mio rapporto con i tanti Lazzaro che ho incontrato nella mia vita.

6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito.
Signore, aiutami ad accorgermi dei poveri che stanno alla porta: stura le mie orecchie, libera i miei occhi, apri il mio cuore. Amen!

Impegno: «Se stai pregando e un povero ha bisogno di te, corri da lui. Il Dio che lasci è meno sicuro del Dio che trovi» (San Vincenzo de Lellis).   
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LUNEDI' 29 SETTEMBRE
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,47-51

 
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
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MARTEDI' 30 SETTEMBRE 2025
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,51-56

 
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l'ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
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