XVI
DOMENICA TEMPO ORDINARIO
ANNO A
1)
Invoca lo
Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla
comprensione della Parola.
2)
Leggi
attentamente il brano del Vangelo
Dal
Vangelo di Matteo: (13,24-43)
In quel tempo, Gesù espose
alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo
che ha seminato
del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò
della zizzania in mezzo al grano
e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la
zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli
dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?” Ed egli
rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose,
perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate
che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la
zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».
3) Rileggilo più volte per
interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù
possa parlare al tuo cuore.
5) Rifletti: La comunità cui Matteo scrive si sta interrogando su
quella domanda che spesso ci siamo fatti: da dove dunque questo male? Perché
Dio non lo elimina? Ma soprattutto cosa farne ora che ho scoperto che questo male mi abita? Ecco
che la parabola della zizzania ci fa capire che Gesù non vuole una comunità ristretta di
“puri e duri”. Naturalmente la sua non è indifferenza al bene e al male, ma
annuncia che il tempo della separazione non è ancora arrivato. C’è speranza per
tutti…
Cosa fare adesso? Cominciare da noi. Occorre partire
dalla convinzione che in ciascuno di noi c’è rano e zizzania. Il Signore ci dà
continue opportunità per cambiare: la Sua Parola, la nostra coscienza, la parola dei
nostri sacerdoti e dei nostri cari…
- Dio ha tempo, dà tempo, ha bisogno di tempo, sa
aspettare. E noi? Siamo presi dalla smania di separare, di discriminare,
di classificare? O cerchiamo di imitare Lui?
Questa parabola ci mostra la
pazienza di Dio, la sua misericordia, la sua volontà di salvare.
Allora anche noi mostriamo pazienza nelle nostre
famiglie, nelle nostre comunità parrocchiali, nei nostri ambienti di lavoro. E’ Dio il nostro modello. E’ un
appello all’umiltà e alla misericordia che si sprigiona da questa parabola.
Quante volte, nel passato, la voglia di dividere il
mondo in buoni e cattivi ha portato i cristiani su terribili sentieri di violenza… Per
i cristiani il nemico non è l’altro, è dentro ciascuno di noi.
Allora… abbiamo pazienza
con noi stessi e proviamo a migliorare i nostri sguardi, le nostre parole, le
nostre azioni. Abbiamo tutta la vita per imparare a vivere, Impariamo da
Pietro. Dopo il rinnegamento è diventato un uomo migliore grazie allo sguardo pieno di
amore di Gesù. Amiamo questa Chiesa, non quella perfetta dei nostri sogni, ma quella in
cui viviamo, quella con cui ogni domenica spezziamo il Pane e gustiamo la
Parola di Dio. Il mondo non ha bisogno di supercristiani
perfetti, ma di discepoli consapevoli del proprio limite, che però danno il
cuore nelle loro giornate,
consapevoli del proprio e altrui limite, ma anche della tenerezza di Dio.
- Sei consapevole che non hai il diritto di “anticipare”
il giudizio finale, ma questo spetta a Dio in esclusiva? Che il tuo compito si
esercita nel campo della comprensione, del rispetto, della
pazienza?
6) Prega: Signore
Gesù, con il tuo modo di agire ci hai insegnato ad amare, non a giudicare.
Aiutaci, con il tuo Santo Spirito, ad essere segno di speranza nell’ambiente in
cui viviamo.
Impegno: Già da questo momento cercherò di
guardare con occhi di misericordia chi ha sbagliato nei miei confronti, perché
la Parola di oggi mi ha fatto cadere la falce dalla mano.