II DOMENICA DOPO NATALE ANNO
C
1) Invoca lo Spirito Santo perché
possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2) Leggi attentamente il brano del
Vangelo
Dal Vangelo di Giovanni (1,1-5.9-14): “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio,
presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato
fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Veniva nel
mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è
stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne
fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo
nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da
Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a
noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che
viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.”
3) Rileggilo più
volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai
silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.
5) Rifletti: Abbiamo ascoltato il prologo di Giovanni, nella messa
del giorno di Natale, perché la Chiesa oggi lo ripropone? Perché esso ci invita
a tornare a Betlemme, rimetterci dinanzi al presepe e contemplare il grande
mistero dell’Incarnazione, della Parola che si è fatta carne. Questa Parola,
per mezzo della quale Dio ha creato ogni cosa, è vita e luce per l’umanità
intera. "In principio era il Verbo...", scrive
Giovanni, e in quel "principio" si richiama la prima
parola della Genesi quando viene narrata la creazione. Siamo fuori dal tempo,
dentro Dio stesso che è principio di ogni cosa così come della stessa storia di
Gesù di Nazareth. Giovanni nel suo "prologo" mette quello che lui ha
capito della storia di Gesù dopo averla vissuta, pregata e testimoniata. Potremmo
dire che quell'inizio del Vangelo è in fondo la fine del cammino di fede di
Giovanni, tutto quello che lui ha capito della storia di Gesù. Nel prologo c'è
la conclusione del cammino di fede riguardo Gesù, uomo vero e storicamente
vissuto. "La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno
vinta". Che bello! La luce è ostinata. Dio è ostinato, insiste,
non si dà per vinto. Il nostro peccato, la nostra indifferenza, non potrà mai
fermare il Suo amore perché l'amore non può non avere chi amare. A
chi oggi vive nella disperazione, Giovanni dice: le tenebre non vincono. A
chi sta vivendo queste feste nella solitudine, Giovanni dice: le tenebre non
vincono. A chi viene schiacciato dalla sofferenza, Giovanni dice:
le tenebre non vincono.
Ma il prologo è anche la
descrizione reale del Natale: “Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno
accolto”. Il Natale è la descrizione di un incontro tra Dio e l'uomo
dove l'uomo semplicemente non c'è. A pensarci bene, come umanità, non abbiamo
fatto proprio una bella figura quel giorno. Ma se siamo qui dopo 2000 anni è
perché questo è il tempo del nostro Natale: "A quanti però lo hanno
accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio". Ecco in
sintesi il Vangelo. Ecco la bella notizia. Perché è venuto? Perché gli uomini
diventino figli di Dio. Diventare figli è una strada infinita, un cammino che
ha sapore di eternità. Figli di Dio non si nasce, ma lo si diventa. Si diventa
accogliendo Gesù nella propria esistenza, e imitandolo nel suo amore. Con Gesù,
Dio non è più da cercare, ma da accogliere. Ora l'uomo non vive più per Dio, ma
vive di Dio, e con Lui e come Lui va verso gli altri. Insomma, è nella nostra
storia, per quanto complicata, che prende carne il Verbo di Dio. E' dentro le nostre ferite, le nostre piccolezze, le nostre
solitudini che prende carne l'eternità di Dio. E'
dentro le nostre gioie che il Verbo di Dio pianta la sua tenda. Non siamo soli,
non siamo buttati nel caos del nulla. La storia sta andando tra le sue braccia.
Ripartiamo da qui in questo 2022, dalla certezza che il tempo che Lui ci dona è
inzuppato della Sua presenza. E' la nostra
quotidianità il luogo in cui possiamo fare esperienza di Dio. In quei compiti
da correggere, in quei pazienti da ascoltare, in quelle faccende da sbrigare,
in quel progetto da verificare, in quegli esami da preparare, possiamo fare
esperienza di Lui. In questo anno, impariamo a dare ordine alle nostre
priorità, a volerci un po' più bene, a progettare la nostra storia mettendoci
come fogli bianchi davanti all'estro imprevedibile di Dio. Ogni spazio e ogni
luogo delle nostre giornate è tempo per incontrarlo, un'occasione per gustare
la Sua presenza.
·
Nessuno di coloro
che conoscevano le Scritture e attendevano il Messia ha avuto occhi per
riconoscerlo, concretamente, nel bambino nato a Betlemme. Tocca a me, oggi, un
esame serio: mentre adoro il Bambino nella mangiatoia, so vederlo, riconoscerlo
e accoglierlo realmente nell’ultimo che mi cammina accanto?
6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti
ha suggerito.
Signore Gesù, luce vera ed
eterna, fa che i nostri occhi vedano, attraverso la tua fragile umanità, il
volto di Dio. Tu che hai scelto di nascere tra noi come uno di noi, orienta il
nostro cammino e fa che la nostra vita sia coerente con la nostra dignità di
figli di Dio e la nostra condotta permetta anche a chi non crede di vedere in
noi un riflesso della luce divina. Amen".
Impegno: Solo se siamo disposti ad accoglierlo Egli cambia
veramente la nostra vita e ci dà il potere di diventare figli di Dio.