ASPETTANDO IL 2021

 

 

E’ l’ultimo giorno del 2020. Nella mia cucina,

sto deliziandomi con un pitone e un’arancina.

Solo, aspetto così l’arrivo del nuovo anno;

mia moglie? Lei, beata, è già in pieno sonno.

 

Ecco: tutti blindati in casa, senza remissione,

e senza avere colpa. Sappiamo tutti la ragione.

Il numero delle regole da rispettare è tale,  

che non si ha pace dalla vigilia di  Natale.

 

Ad un tratto, sento suonare il campanello.

Chi sarà? Lancio uno sguardo fuori dal cancello.

Vedo un signore con una valigia in mano,

tutto intabarrato in un elegante pastrano.

 

E questo che vuole? Che permesso avrà per girare?

Mille e una domanda io m’andavo allora a fare.

Ed il bello è, che insisteva senza alcuna creanza:

avea da darmi un’ urgente e nuova ordinanza?

 

Di certo, quella valigia tanto, sì tanto m’incuriosiva:

cosa c’era dentro? “Signore, mi apra, per cortesia.

Ho l’incarico di consegnare, a lei o a un congiunto,

questa valigia. Son fratello dell’anno quasi defunto”.

 

Cavolo! Andiamo bene, pensai, di primo acchitto.

Che coraggio ha di presentarsi al mio cospetto.

Il fratello del 2020? Gli urlo dietro una parolaccia.

E d’istinto, vorrei sbatter a costui la porta in faccia.

 

 “Mi apra, signore, mio fratello era un gran disgraziato.

Lo sappiamo anche noi ch’era un giovane appestato.

Ma è noto che in tutte le famiglie ve n’è uno dissoluto,

disgrazia, che quest’anno era suo. Lo so che v’ha nociuto”.

 

“Proprio così. L’amara verità non è quanti di noi saranno

seduti, tutt’attorno ad un tavolo, a mangiare a capodanno,

il problema è: in settantamila famiglie una sedia è vuota.

Se poi guardiamo il mondo, suo fratello è un perfetto idiota!”

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo ho detto a quel signore, che parea tanto mortificato.

“S’accomodi pure, secondo piano, passi pure dal porticato”.

Volevo incontrare questo 2021, sapere cosa mi portava;

ciò che aveva fatto suo fratello, forte in petto mi bruciava.

 

Era adesso di fronte a me. Era un tipo allampanato.

Certo, pensavo, se lui è così, l’anno nuovo sarà sfigato.

Dalla padella alla brace, andiamo bene: “Vuole un caffè?”

Chiesi a lui, facendolo accomodare sull’antico canapè.

 

 Che personaggio! Stringeva forte tra le braccia quel valigione,

roba tanto preziosa, pensavo. Ma…non sarà mica un burlone?

M’assalì forte questo dubbio. Lui, lesto, mi lesse nel pensiero:

“No, non sono quello che lei pensa. Io e la valigia? E’ tutto vero.

 

La ringrazio per la sua accoglienza. Tra poco entro in scena:

lo spettacolo della vita ho da far girare. Questa è un’altalena,

scende e sale continuamente. Io le prometto, le do la mia parola,

che il mio anno sarà molto meglio: senza inganni, né tagliola.

 

Ora vado. Ho da prepararmi. Ci tengo a dare un’ottima impressione.

 Le lascio la valigia. Mettervi il meglio, la più grande mia ossessione;

 mi fido di lei. Non l’apra prima di mezzanotte, mi raccomando”.

Un saluto, e di colpo sparisce tra la neve che forte sta fioccando.

 

Io e quella valigia. Piena di che, di cosa? La testa mi va fumando,

è tutto un gran mistero. Beata mia moglie, lei che starà sognando.

No, ora non l’apro. Son uomo di parola. Aspetto trepido i 12 rintocchi.

Come sarà il 2021? Guardo fuori. La neve scende giù a larghi fiocchi.

 

“Almanacchi nuovi, almanacchi nuovi!” Un vecchietto li stava vendendo.

 Si sgolava: “L’anno nuovo, sarà assai meglio di quello che sta morendo.

Almanacchi nuovi, almanacchi!  Nell’anno che verrà, non è una congettura,

saremo tutti più felici. Basta non guardare la vita passata, ma la vita futura.”

 

 

Salvatore Schifilliti