DOMENICA 06 LUGLIO 2025 
XIV DOMENICA DEL TEMPO ODINARIO ANNO C

1)  Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.

2)  Leggi attentamente il brano del Vangelo

 Dal Vangelo di Luca: (Lc 10, 1-9): “In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi quelli che vi lavorano! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi chi lavori nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”»”

3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola

4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.

5) Rifletti: Uno dei rischi che possiamo incorrere nel meditare il Vangelo di questa domenica è di limitare l'invito di Gesù, a pregare perché il Signore mandi operai alla Messe, alle vocazioni di speciale consacrazione. Tutto questo fa sembrare che la problematica riguardi un gruppo specializzato di persone, una sorta di servizio tecnico per addetti ai lavori. L'invito che fa il Maestro riguarda tutto l'ambito vocazionale quindi anche quello laicale e familiare. I 72 che Gesù sceglie rappresentano la pienezza delle vocazioni quindi nessuna è esclusa.

Il Signore designò altri settantadue”. Dopo l’invio in missione dei dodici apostoli, Luca riporta anche l’invio in missione dei settantadue discepoli. La sua intenzione, probabilmente, è di dirci che la missione non è affidata unicamente allo stretto gruppo degli apostoli, ma rientra nella vocazione cristiana. La missione suppone un invio, l'iniziativa, la delega viene da Gesù. Non è opera privata, iniziativa propria. Non ci si fa da sé discepoli di Gesù. Si ricevono da lui la missione e la grazia necessaria per compierla. Si è mandati. Il missionario non deve presentare se stesso, né le proprie idee, ma il Vangelo di Gesù. Il cristiano coerente è già vangelo vivo con la sola sua presenza, accompagnata dalla carità. Diventiamo così, operatori della verità nella carità, ciascuno in quel fazzoletto di tempo e spazio in cui il Signore l'ha chiamato. Nel concetto di inviare c'è anche l'idea del viaggio e della partenza: andate. Non sono i popoli che devono incamminarsi verso i discepoli, ma i discepoli che devono correre verso i popoli. Il cristiano non deve accontentarsi di parlare del Vangelo soltanto se cercato e interrogato: deve prendere l'iniziativa e parlarne per primo, deve preoccuparsi di suscitare il problema, non si accontenta di dare la risposta.

“li inviò a due a due”. Partono i discepoli, a due a due. E la prima parola che portano è il gesto della loro comunione, la vittoria sulla solitudine. Partono, forti solo di un amico e di una parola. A due a due, perché se è solo, l'uomo è portato a dubitare perfino di se stesso. Il primo annuncio consiste in un evento di comunione. Anche la pace si annuncia a due a due, perché la pace non si può viverla da soli. La pace è relazione, comporta almeno un altro, molti altri per essere vera.

Meditiamo queste parole di Papa Francesco e confrontiamoci con il nostro essere cristiani in missione: «Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo… Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: “Voi stessi date loro da mangiare” (papa Francesco).

 6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito.

Signore, ti prego di donarmi luce per discernere, coraggio per parlare, forza per amare. Aiutami a essere nel mio quotidiano un testimone fedele del tuo amore, un ambasciatore della tua pace e un portatore di speranza. Amen! 

Impegno: Domandiamo senza sosta la grazia di essere discepoli pregando perché Dio abiti in noi e possa trasparire da noi, affinché altri uomini, incontrandoci, possano incontrarlo.

 

 



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