PARROCCHIA SAN GABRIELE DELL'ADDOLORATA

CHIESA    CAPPELLA ADORAZIONE PERPETUA   GIARDINO DELLA MISERICORDIA    OASI MADONNA DEL SORRISO
ORARIO SS. MESSE:    FERIALI ore 09.00 - 18.00  -  FESTIVE ore 09.00 - 10.30 - 12.00 - 18.00
DOMENICA 12 MARZO 2023
III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO A
1) Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
Dal Vangelo di Matteo: (Gv 4, 5-42): “In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».”

3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.

5) Rifletti: “Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere».”  Gesù siede stanco al pozzo di Sicar, giunge una donna senza nome e dalla vita fragile. È l’umanità, la sposa se n’è andata dietro ad altri amori, ma Dio, lo sposo, la vuole riconquistare perché il suo amore non è stanco, e non gli importano gli errori ma quanta sete abbiamo nel cuore, quanto desiderio.
Gesù è stanco: è mezzogiorno, il sole è rovente, la strada percorsa pesa sulle gambe. Che tenerezza suscita questo Dio stanco di cercare l’umanità, esausto, consumato per amore. Dio ci cerca senza smettere mai di credere ad una nostra conversione, egli è il fedele, aspetta la sua sposa. La sposa arriva: una samaritana che viene a prendere l’acqua nel momento peggiore della giornata. Perché mai? Normalmente è all’alba, prima del sorgere del sole che le donne, in gruppo, assolvevano al faticoso compito di attingere acqua per le necessità della giornata. Ma questa donna si è recata lì nell’ora più calda del giorno proprio per non incontrare nessuno. Il suo desiderio di restare sola è talmente grande che è disposta a sopportare il caldo pur di evitare incontri indesiderati. Ma quando meno se l’aspetta ecco l’incontro che la cambia per sempre e la rimette in piedi nel cammino della vita. Gesù le rivolge la parola, ha sete, le chiede la cortesia di avere un po’ d’acqua issata dal pozzo. Nella Bibbia il pozzo è il luogo per eccellenza del corteggiamento. La donna è stupita e scocciata, si mette sulle difensive. Nessun uomo poteva rivolgere la parola ad una donna fuori dalle mura domestiche. Gli ebrei e i samaritani, poi, vivevano in pessime relazioni. Gesù inizia il suo corteggiamento non rimproverando ma offrendo: “Se tu conoscessi il dono di Dio”.  Dio non chiede, dona; non pretende, offre. “Vai a chiamare tuo marito!”, lo sposo chiede ragione alla sposa delle sue precedenti esperienze e lei reagisce male. Cinque mariti: in Israele solo il maschio può ripudiare; la samaritana è stata sedotta e abbandonata cinque volte. Esiste un dolore più grande? Ora la donna convive con un uomo: probabilmente ustionata dalle precedenti esperienze, sceglie il giudizio della gente al rischio di un’ennesima delusione. È una donna segnata dal dolore, irrigidita, ferita. Capiamo la sua ostilità: abituata ai troppi pettegolezzi, non sa che chi le sta di fronte la conosce nel profondo, senza giudicarla.
«Io non ho marito». La donna è onesta, non mente, accetta la sfida di questo sconosciuto, si mette in gioco. Dove vuole arrivare? Perché le chiede del marito? Come fa a sapere? La risposta di Gesù è un capolavoro: lui sa, conosce. Conosce il dolore della donna, conosce le sue cocenti delusioni. Non è un problema morale, Gesù non la accusa, la invita solo a prendere coscienza della propria fragilità affettiva. Non solo, in un momento così delicato sottolinea il positivo: “hai detto bene…”, nel caos interiore di questa povera donna Gesù coglie una positività: è onesta, trasparente, non mente. È in un contesto di fragilità che avviene la chiamata. Dio non chiama i giusti, ma i peccatori, non i sazi, ma gli affamati. Gesù non istruisce processi, non giudica e non assolve, va al centro. Non cerca nella donna indizi di colpa, cerca indizi di bene; e li mette in luce: hai detto bene, questo è vero. Chissà, forse quella donna ha molto sofferto, forse abbandonata, umiliata cinque volte con l’atto del ripudio. Forse ha il cuore ferito. Forse indurito, forse malato. Ma lo sguardo di Gesù si posa non sugli errori della donna, ma sulla sete d’amare e di essere amata. Non le chiede di mettersi in regola prima di affidarle l’acqua viva; non pretende di decidere per lei, al posto suo, il suo futuro. E la donna lasciata la sua anfora, corre in città: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». La sua debolezza diventa la sua forza, le ferite di ieri feritoie di futuro. Sopra di esse costruisce la sua testimonianza di Dio.
Un racconto che vale per ciascuno di noi: non temiamo le nostre debolezze, ma costruiamoci sopra. Possono diventare la pietra d’angolo della nostra casa, del tempio santo che è il nostro cuore. Corre al villaggio e chiama la gente che fuggiva, urla la sua esperienza. La sua vergogna, il suo timore, diventa oggetto di annuncio, ciò che temeva diventa lo strumento per condurre la gente al Messia.
Anche le nostre povertà, anche i nostri limiti possono diventare trampolino per l’annuncio del Vangelo. La donna ora è libera: libera dal giudizio degli altri, libera dalle sue precedenti esperienze: ora è amata, ha trovato lo sposo. 
“chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”. Quest’acqua rappresenta lo Spirito Santo, il “dono” per eccellenza che Gesù è venuto a portare da parte di Dio Padre. Chi rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo, può adorarlo “in spirito e verità”, come rivela Gesù alla donna. Diventare sorgente: bellissimo progetto di vita, sorgente di speranza, di accoglienza, di amore. La vicenda della Samaritana, che rappresenta la Chiesa, ci riguarda. È il cammino che dovremmo sempre fare: dall'incontro con Cristo, alla conoscenza di sé, alla fede, alla missione. È l'itinerario cristiano. La Samaritana rappresenta la storia di una vocazione. Tutto comincia da un incontro con Cristo, dal lasciarsi interpellare da lui, dall'accettarne la provocazione, per interrogarsi, scendere in se stessi, darsi delle risposte, impegnarsi. Questo momento di preghiera ci aiuti a riscoprire l’origine del nostro essere cristiani, che sta nel Battesimo, in cui attraverso il segno dell’acqua ci è stata donata la “Vita nuova”, e ci sproni a vivere gli impegni che abbiamo assunto in questo lavacro di rigenerazione
Anche noi molte volte ci troviamo impotenti accanto al pozzo della storia e imploriamo acqua, vita, speranza, futuro… E allora fermiamoci… con coraggio. Che acqua beviamo? Di cosa ci dissetiamo? A quale fonte andiamo ad attingere? Quante sono le cose che ci hanno fatto perdere il senso delle cose importanti? A quante situazioni ci siamo prostituti?
Accanto noi c’è il Signore. Ha scelto di fermarsi al nostro pozzo. Sta aspettando che gli chiediamo ciò che conta davvero. Senza paura, facciamolo, diciamo con grande spirito di affidamento: “Signore, dammi da bere!”.   

Impegno: Questo tempo di Quaresima è l'occasione buona per avvicinarci a Gesù, incontrarlo nella preghiera, parlare con Lui, ascoltare Lui. È l'occasione buona per vedere il suo volto nel volto dei nostri amici ma anche dei nostri “nemici”. Sarà così che potremo “vivere ogni giorno il nostro Battesimo” e dissetarci alla fonte della Parola di Dio.


 
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