VI DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO
A
1) Invoca lo
Spirito Santo perché
possa aprire il tuo cuore alla
comprensione della Parola.
2) Leggi
attentamente il brano del Vangelo
Dal Vangelo di Matteo:
(Mt 5, 17-37): “In quel tempo, Gesù disse ai suoi
discepoli: «Non crediate che io sia venuto
ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno
compimento. In verità io vi dico: finché non
siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino
della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi
precetti e insegnerà agli altri a fare
altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li
osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Io vi
dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei
farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non
ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio
fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello:
“Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà
destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta
all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te,
lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo
fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo
avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni
al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità
io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo
spicciolo! Avete inteso che fu detto: “Non commetterai
adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per
desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo
occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene
infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga
gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala
e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra,
piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le
dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie,
eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque
sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non
giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il
cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi
piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure
per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo
capello. Sia invece il vostro parlare:
“sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».”
3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4)
Adesso fai silenzio perché Gesù possa
parlare al tuo cuore.
5) Rifletti: “«Non crediate che io sia venuto
ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno
compimento.”. Gesù non contrappone alla Legge una super-legge migliore, ma svela
l’anima della legge. Gesù non è più accondiscendente: semplicemente porta la
norma avanti, la porta a pienezza.
Il Vangelo non è un
manuale d’istruzioni, con norme e leggi già definite nei particolari e solo da
applicare. La bellezza ma anche la difficoltà del Vangelo è che ci invita a
pensare con la nostra testa, stimola la nostra coscienza, ci chiama alla
responsabilità del nostro vivere senza delegare a un legislatore esterno.
Gesù fa una cosa
semplicissima: riprende a uno a uno i precetti e ne svela il senso profondo,
eliminando ciò che le tradizioni umane avevano aggiunto. Gesù non sta invitando
a rispettare più norme e precetti. Il mondo giudaico aveva già una casistica
articolatissima, fatta da ben 613 precetti della legge. Impossibile fare di più
in senso quantitativo. Il “di più” che Gesù chiede è nella qualità del nostro
modo di metterci davanti alle sue leggi. È sulla qualità della nostra fede che
dobbiamo misurarci.
«Avete inteso che fu detto (…) Ma io vi dico». Come a dire: finora si è fatto così, però d’ora in poi non sarà più
sufficiente. La prima antitesi riguarda l’omicidio, cioè la soppressione
ingiusta della vita di qualcuno. Gesù va alla radice dell’omicidio, cioè a ogni
atteggiamento che può condurre a un gesto estremo. La seconda antitesi riguarda
l’adulterio. Per adulterio si considerava quello tra una donna sposata o
promessa sposa e un uomo che non fosse suo marito. L’offesa era fatta al marito
legittimo e doveva essere punita con la morte di entrambi i colpevoli. La terza
antitesi riguarda ancora il matrimonio. Gesù ammette il ripudio solo in caso di
unione illegittima.
La quarta antitesi
riprende il testo di Levitico 19,12 che vietava esplicitamente di giurare il falso
utilizzando il nome di Dio. Abbiamo bisogno di un’igiene delle parole: «Sia invece il vostro parlare:
“sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno». Dio spesso è tirato in mezzo per cose e situazioni che non centrano
molto con Lui, e le nostre idee diventano teologie che travestiamo di
devozione. Il parlare del credente deve essere chiaro e asciutto senza la
preoccupazione di tenere contenti tutti. Il cristiano sa dire Sì e No davanti
alla verità o alla menzogna, misura le parole perché sa il suo potere
distruttivo. Il cristiano parla poco, e quando lo fa, è solo per dire il bene.
E se è costretto a dire il male? Lo fa con misericordia, se necessario anche
con il silenzio. Chi parla poco e bene rende più efficace ciò che dice. Non
giustifichiamoci perché non abbiamo ucciso. Chiediamoci
piuttosto quanta vita è passata nei nostri gesti, nelle nostre parole, nelle nostre
scelte quotidiane. Quanto amore si è moltiplicato e condiviso tra le nostre
mani. Esistono molti modi di uccidere. Certe parole e certi silenzi sono più
affilati della spada. Certe distanze sono più letali di un proiettile. Non
sentiamoci con la coscienza a posto perché non abbiamo rubato. Chiediamoci
piuttosto quanto abbiamo saputo donare, come ci siamo messi in gioco nelle
relazioni, quanto amore abbiamo investito negli incontri che la vita ci ha
offerto. Chiediamoci che ne abbiamo fatto dell’amore di cui siamo capaci, l’abbiamo
moltiplicato nel dono o l’abbiamo fatto marcire nel possesso? Non sentiamoci
tranquilli se non abbiamo bestemmiato il nome di Dio. Chiediamoci piuttosto
quanto la nostra vita e le nostre parole sono state un inno di lode al Suo
amore. Ci sono bestemmie silenziose, cresciute nel rancore e alimentate da
delusioni verso un Dio che è solo la proiezione dei nostri bisogni. Quello che Gesù è venuto a donarci non è una legge. Dio non ci obbliga,
ci dona e ciò che ci comanda, prima ce l’ha concesso.
·
Mi è mai capitato di uccidere una persona con la calunnia
o l'insulto? Il mio occhio o la mia mano sono stati motivo di scandalo? Come è
il mio modo di parlare? Ricorro ai giuramenti?
6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che
lo Spirito ti ha suggerito.
Tante volte,
Signore, per dare libero sfogo ai nostri impulsi di una giustizia terra terra,
di un amore che tradisce, di una fraternità molto interessata, siamo venuti
meno ai tuoi insegnamenti. «Ma io vi dico», e la tua parola risuona in noi, scuote
la coscienza e obbliga a guardarci dentro, nel profondo. Aiutaci, Signore, con
la forza del tuo Santo Spirito a ritornare al cuore per essere autentici
cristiani. Amen!
Impegno: Delicatezza,
premura, cura, attenzione, purezza, dono, condivisione, accoglienza, riconciliazione:
sono questi gli atteggiamenti che dovremmo coltivare e su cui dovremmo
verificare la nostra vita. Perché sono ciò di cui Dio si serve per raggiungere
il mondo e farsi conoscere.