PARROCCHIA SAN GABRIELE DELL'ADDOLORATA

      

ORARIO SS. MESSE:    FERIALI ore 09.00 - 18.00  -  FESTIVE ore 09.00 - 10.30 - 12.00 - 18.00
  DOMENICA 15 GENNAIO 2023

II DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A

1)  Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.

2)  Leggi attentamente il brano del Vangelo

 Dal Vangelo di Giovanni: (Gv 1, 29-34): “In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
3)
Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4)
Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.
5) Rifletti:
Finite le grandi feste del Natale, il nuovo tempo che la Chiesa ci consegna, il Tempo Ordinario, è un invito forte a costruire la nostra ferialità. È nello scorrere quotidiano e feriale dei giorni che dobbiamo vivere lo stupore del Dio-con-noi, la novità e la bellezza del Volto che Gesù ci ha rivelato.

"Io non lo conoscevo", ripete per due volte Giovanni Battista. Credeva di sapere, credeva di credere, credeva di conoscere. Tutta la sua vita si era consumata intorno a quell'attesa, a quella preparazione, a quell'incontro. Eppure ammette, non gli importa di apparire stolto e di esplicitare un errore o una debolezza. "Io non lo conoscevo". Così è la nostra vita di ricerca. Così inizia questo tempo donato da Dio. Senza sapere. Anche se già sappiamo. Senza sederci sulle certezze acquisite, sulle cose donate e imparate, senza voler apparire arrivati o sapienti. Dio sa stupirci, se lo lasciamo fare.

La conoscenza di Dio nasce sempre da un'esperienza. Il vedere non è solo un distratto guardare estetico, curioso, superficiale. È l'atteggiamento di chi si pone davanti alla vita con mille domande, ma non per il piacere di ascoltare il suono della propria voce, ma nella consapevolezza che o siamo cercatori o non lo siamo.

"ho visto", dice Giovanni. Ha visto Gesù venire verso di lui, dopo il Battesimo. Ha visto un Dio che gli si fa incontro, presente, prossimo, vicino. Come abbiamo visto noi, in questi brevi ed intensi giorni di Natale. Abbiamo visto un Dio che diventa bambino, che ribalta le nostre prospettive, che colma le nostre stalle, che si rivolge agli sconfitti della storia. È questo il cristianesimo: lo stupore di un Dio che prende l'iniziativa, che annulla le distanze, senza porre condizioni, senza chiedere nulla in contraccambio.

“ho visto e ho testimoniato”. Possiamo testimoniare solo se sperimentiamo, non per sentito dire. Possiamo testimoniare solo se ammettiamo di non conoscere e ci poniamo in ascolto, se ammettiamo di non conoscere a sufficienza. Il Battista aveva le sue idee sul Messia, ma è stato l'incontro con Gesù che gli ha fatto capire chi era davvero il Messia.

A volte riduciamo Dio a dottrine, catechismi, dogmi, regole, ma Dio è un incontro. La grande domanda è: "Ma io l'ho mai incontrato?" Chi ha incontrato Dio non è più lo stesso. Il dopo non è più come il prima. Chi lo ha incontrato è una persona nuova. E poi chi ha incontrato il Dio di Gesù ama e non giudica; ama e sa perdonare; ama e non possiede. La fede nasce da un incontro, da un'esperienza, dalla vita.

«Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo». Tutti i giorni ascoltiamo nell'Eucarestia questa frase. Questa presentazione che Giovanni fa di Gesù, contiene una novità strabiliante. È Gesù stesso che si offre per noi, che si dona e si consegna, non c'è nulla da conquistare, non ci sono punti premio da far segnare sulla tessera del buon cristiano, ma tutto è un dono da accogliere e da condividere. Il Signore non chiede più sacrifici all'uomo, ma sacrifica se stesso; non pretende la nostra vita, offre la sua; non spezza nessuno, spezza se stesso; non prende niente, dona tutto. Gesù è l'agnello. Un agnello mite e senza pretese. E toglie, cancella, elimina il peccato del mondo. Non i peccati, quelli piccoli o grandi che possiamo commettere e che inevitabilmente commettiamo. Ma «il peccato». Quella distanza che ci allontanava inesorabilmente da Dio. Non esiste più. A liberare il mondo dal peccato è Gesù. Non riduciamoci a pensare ai peccati, gravi o lievi che offuscano le nostre giornate. Gesù è il Salvatore che ci libera dal peccato, da quell’irrefrenabile tentazione di racchiudere Dio, di dargli dei confini, di definirlo, di pretendere di avere tutto sotto controllo, anche la sua vita e la sua opera. Lui viene, è venuto, è il Dio con noi, nato tra noi per liberarci. Null’altro che questo: renderci liberi. E noi, in tutto ciò che questo nuovo anno ci chiederà e ci donerà, saremo chiamati a mettere i nostri piedi sulle orme di questo Gesù, Figlio di Dio e Dio stesso. Lui ci chiama, e nella sua chiamata c’è già salvezza. Lui ci rende santi, perché ci offre in dono lo Spirito.

·       Nulla mi può separare da Dio, neanche il peccato. Sono consapevole di questo?

 6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito.

Signore, fa’ che comprendiamo sempre più l’immenso dono del Battesimo con il quale siamo diventati tuoi veri figli e lo facciamo crescere in noi con un cammino spirituale che ci renda adulti nella fede, generosi nell’amore verso i nostri fratelli e credibili testimoni del tuo Vangelo. Amen!

Impegno: Inizia il “Tempo Ordinario”. Non si tratta di un Tempo liturgico meno importante solo perché definito con l’appellativo ordinario. Il Tempo Ordinario è il tempo della santificazione quotidiana e della perseveranza, rappresenta il pellegrinaggio del cristiano verso la meta finale. Questo ci aiuta ad assimilare e meditare i misteri della vita di Gesù attraverso la lettura progressiva e quasi continua che ogni giorno, nella messa, si fa della sua Parola. È anche il tempo dell’approfondimento della fede che siamo chiamati a vivere nelle nostre Comunità, per calare nella vita quotidiana i misteri della Redenzione che abbiamo celebrato in parte nel tempo di Natale e che proseguiremo a celebrare nel tempo di Pasqua. Non lasciamoci sfuggire queste occasioni di crescita che la Chiesa ci propone.

 

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