ORARIO SS. MESSE
FERIALI: ORE 09.00; 18.00

FESTIVE: ORE 09.00 - 10.30 - 12.00 - 18.00

LA RIFLESSIONE SULLA PAROLA DI DIO, a cura di P. Tonino

PRIMA DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

27 NOVEMBRE 2022

1) Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2) Leggi attentamente il brano del Vangelo Dal Vangelo di Matteo
[Mt 24,37-44] In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.
5) Rifletti: “Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo”. Dio viene. È la certezza che la prima domenica di Avvento ci offre. Viene, nonostante tutto, e nonostante noi. Viene, anche se siamo presi da altro. Viene, anche se molte cose prosciugano la nostra attenzione. Viene, anche se il nostro cuore non ha molto spazio da dargli, o forse non ne ha più. Viene, anche se non ci crediamo. Lui viene! Dio viene, ed è già venuto. Dio è tra noi, ma continua a ritornare, a rinascere in ogni storia personale e nella storia dell’universo, nelle ferite che ci portiamo dentro e nell’oscurità che ci disorienta. Dio continua a farsi piccolo per fare breccia nella nostra occupatissima indifferenza. Oggi inizia l’Avvento, finalmente. Sono quattro settimane che ci preparano al Natale, un’arca si salvezza che ci viene data per ritagliarci uno spazio di consapevolezza. Un mese per preparare una culla per Dio, fosse anche in una stalla. Non siamo qui a far finta che poi Gesù nasce: è già nato nella storia, tornerà nella gloria. Ma ora chiede di nascere in me. Qui, ora, oggi. In mezzo alla crisi di un mondo in disfacimento, in mezzo ai mille problemi che devo quotidianamente affrontare. Sono poche quattro settimane. Ma vogliamo provarci ancora. Perché possiamo celebrare cento Natali senza che mai una volta Dio nasca nei nostri cuori. “Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata”. Due persone che si dedicano alla stessa attività, uno sarà degno di essere preso, cioè salvato, l’altro sarà lasciato in balia della catastrofe. Non è dell’angelo della morte che parla il Vangelo, ma di due modi diversi di vivere nel campo della vita: uno vive da adulto, l’altro da bambino; uno vive con uno sguardo sull’infinito, l’altro chiuso nel suo guscio; uno aperto alle necessità degli altri, l’altro chino sui suoi bisogni; uno è pronto all’incontro con il Signore, l’altro non si accorge di nulla. La vita è molto di più della somma del nostro fare, c’è solo una cosa che la morte non può toccare: l’amore dato e ricevuto. “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”. Dopo aver paragonato la venuta del Figlio dell’uomo al diluvio, Matteo ne parla come dell’arrivo di un ladro, per questo invita a vegliare. Che cosa vuol dire questa strana parabola? Dio è sorpresa. Lasciamoci sorprendere, stupire, meravigliare. Il Signore è un ladro strano perché non ruba nulla ma dona tutto. L’incontro con Lui mette a soqquadro la casa, cambia la vita. Il ladro è attirato dalla ricchezza, il Signore è attirato dall’uomo che è prezioso ai suoi occhi. E’ un ladro che viene in silenzio, senza rumore ma si accorgono di lui solo quelli che vegliano, che sanno vedere quanto Dio c’è nel mondo. E allora vegliamo per non far diventare la nostra fede un impasto di scaramanzie e superstizioni, vegliamo per non cadere nell’abitudinarietà della preghiera, per non interrompere la ricerca di Dio, illudendoci di essere già a posto, vegliamo per darci una mossa, per dare ordine alla vita, per riconoscere Dio che sta visitando la nostra casa. La parola vigilanza non indica direttamente qualcosa da fare, ma un modo di vivere e di guardare con concentrazione, senza lasciarsi distrarre. C’è un appuntamento, che non possiamo decisamente mancare: è l’appuntamento della nostra vita, da cui dipende tutta l’eternità, la nostra riuscita o il nostro fallimento. Il rischio sta proprio nel lasciare che i giorni scorrano, uno dopo l’altro, come se la nostra esistenza non avesse un senso, una direzione, un traguardo. Ecco perché Gesù ci dona la grazia di un nuovo tempo di Avvento per destarci da tutto ciò che intorpidisce intelligenza e cuore e ci fa sprofondare nella tiepidezza. Il nostro Avvento non può dunque limitarsi alla preparazione della festa del Natale, ma deve essere lo sforzo di capire che cosa il Signore vuole fare oggi con noi, che cosa ha voluto insegnarci scegliendo di nascere e di vivere in mezzo a noi. Chiediamo al Signore di essere aperti al suo Avvento e di saper vedere in tutti gli avvenimenti i segni del regno promesso, per essere protagonisti della storia nuova e non rimanerne ai margini, aggrappati a sicurezze illusorie o travolti da una realtà che non abbiamo saputo capire. • Siamo pronti, in questo tempo forte, ad accogliere la sua venuta? Quanto effettivamente la desideriamo?
6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito. Vieni, Signore Gesù, noi ti aspettiamo: sappiamo che sei luce di amore, di bontà, di amicizia, di fraternità. Vieni e fai brillare la tua luce: qui, oggi, tra noi! Amen!
Impegno: “Vegliare non significa avere materialmente gli occhi aperti, ma avere il cuore libero e rivolto nella direzione giusta, cioè disposto al dono e al servizio. Questo è vegliare! Il sonno da cui dobbiamo svegliarci è costituito dall’indifferenza, dalla vanità, dall’incapacità di instaurare rapporti genuinamente umani, dell’incapacità di farsi carico del fratello solo, abbandonato o malato” (Papa Francesco)

BUON CAMMINO DI AVVENTO »


VUOI SCARICARE IL TESTO IN FORMATO PDF?

   Sei il visitatore n. http://cgi-serv.digiland.it/Count.cgi?df=parrocchiasangabriele&dd=A                     Grazie per averci visitato